L’orgoglio è una virtù e a volte è
confuso con la Superbia.
Se noi lo guardiamo nella sua giusta luce, ci accorgiamo che
l’orgoglio non è tanto la pretesa di essere superiori agli altri,
che sarebbe superbia, non è la pretesa di non avere qualcuno sopra
di noi, che sarebbe superbia, ma l’orgoglio è la pretesa del
riconoscimento della propria dignità, del proprio valore e della
propria grandezza. In altre parole è una manifestazione della
dignità.
Espressioni comuni: sono orgoglioso dei miei figli, sono orgoglioso
del mio lavoro.
Quindi la caratteristica dell’orgoglio è una pretesa di
riconoscimento legata ad un valore. Se io so di valere non
lo vado a cercare il riconoscimento, mi basta di essere
soddisfatto. Ma se qualcuno me lo nega, allora lo pretendo.
In fondo una persona orgogliosa, perché conscia del suo
valore, vive la propria condizione in maniera distaccata
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Colui che cerca l’apprezzamento si rende invece conto di non valere
e muove alla conquista dell’approvazione degli altri e ad occupare
la scena attraverso l’esibizione. Mentre, almeno in teoria, chi sa
di valere si ritrae.
Vediamo in giro molta vanagloria e pochissimo orgoglio. La gente
che vale poco non si applica affatto per valere, cerca il consenso attraverso l’esibizione,
esercitata più spesso nei confronti dei deboli. Cioè dire
ottenere un riconoscimento da parte di chi non è capace di
riconoscere.
Non sempre sono riuscito a difendere fino in
fondo il mio valore, tanto più apprezzabile, in quanto
raggiunto sempre attraverso un impegno straordinario, date
le condizioni di partenza sfavorevoli, e pagando comunque
dei prezzi.
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