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Giancarlo Sacconi

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Vizi e Virtù

I concetti di vizi e virtù sono divenuti di uso comune nell'accezione spiegata da teologi e moralisti.
Ma in questa sede il significato è da intendersi come
QUALITÀ E MODI DELL'ESSERE
Naturalmente non si può fare a meno di usare la terminologia corrente, ma con l'avvertenza
che il suo significato va inteso depurato dagli aspetti precettistici, moralistici, esteriori.
Dunque non ciò che piace o non piace a Dio, ma ciò che mi può aiutare o danneggiare nella quotidiana battaglia per vivere.
Peraltro tutto ciò che Dio pretende dai credenti dal punto di vista teologico, coincide con il nostro interesse terreno.
E se è bene per Dio, lo è tanto più per l'uomo.

 

Vizi e Virtù hanno medesime radici.

Non esiste un albero del vizio e un albero della virtù
La virtù produce bene. Il vizio è distruttivo.
Ma ambedue derivano da una medesima nostra forza interiore.
Questa forza interiore è una potenza che se viene indirizzata alla produzione del bene, alla crescita, dà luogo ad una dinamica che definiamo VIRTÙ.
Quando questa potenza è distruttiva, e quindi distruttiva di altre potenze o di altro bene, siamo di fronte alla dinamica del VIZIO.
Per dirla con Spinoza, la medesima potenza se generativa è bene, e quindi virtù, se distruttiva è male, e quindi vizio.

 

ll vizio.

Il vizio è una potenza che produce deformità, distrugge ciò su cui si opera, ma distrugge con ciò anche la qualità dell'azione.
Il vizio, quindi, è distruttivo dell'oggetto, è inabile.
Ecco perché nella condotta individuale, ci accorgiamo che
è più facile essere viziosi ed è più difficile essere virtuosi.
La virtù, infatti, esige una abilità, è abilità.
Il vizio normalmente è pigrizia, passività..

Però il vizio, in quanto potenza, può presentarsi ambivalente nel senso che se aggiustato e corretto, può essere riportato nell'alveo del bene. Ad esempio un’invidia che non riconosce ciò che è superiore è odio e distrugge. Ma se correggiamo questo sentimento in questo senso: “io vedo il successo di qualcuno, mi domando: se lo è meritato? Le condizioni di partenza tra me e lui erano uguali?” atteggiamento invidioso. Non riconoscere la qualità del successo è un atteggiamento invidioso.
Questo serve a comprendere come il nostro agire e la nostra mente siano sempre in movimento, e si può senza neanche accorgersi passare dalla virtù al vizio e viceversa.
Ecco perchè è essenziale la cura del proprio carattere, per controllare le oscillazioni, diciamo, dell'anima.

 

 

 

Le virtù.

Quindi la differenza tra il bene e il male è caratterizzata dal fatto che il male è distruttivo mentre il bene è produttivo.

Allora la virtù è quell'arte, quell'abilità, attraverso cui in contesti vari si realizza il bene, per noi (e per gli altri).

Quindi, le virtù sono diverse non perché cambi la potenza intrinseca, ma perché la potenza è applicata in ambiti diversi seguendo una abilità propria del soggetto.

Essere virtuosi perciò vuol dire essere abili in quel contesto in cui ci si trova ad agire al fine di produrre bene, innanzitutto per la propria utilità.

Tanto la pratica delle virtù, come il contenimento del vizio, ci sono indispensabili per vivere sempre meglio.

Dal punto di vista teologico, tutto ciò Dio lo pretende dai credenti. E se è bene per Dio, lo è tanto più per l'uomo.