Vizi e Virtù
I concetti di vizi e virtù sono divenuti di uso
comune nell'accezione spiegata da
teologi e moralisti.
Ma in questa sede il significato è da
intendersi come
QUALITÀ E MODI DELL'ESSERE
Naturalmente
non si può fare a meno di usare la terminologia corrente, ma con
l'avvertenza
che il suo significato va inteso depurato dagli aspetti precettistici, moralistici, esteriori.
Dunque non ciò che piace o non piace a Dio, ma ciò che mi
può aiutare o danneggiare nella quotidiana battaglia per vivere.
Peraltro tutto ciò che Dio pretende dai credenti
dal punto di vista teologico, coincide con il nostro interesse
terreno.
E se è bene per Dio, lo è tanto più per l'uomo.
Vizi e Virtù hanno medesime radici. Non esiste un
albero del vizio e un albero della virtù
ll vizio. Il vizio è una potenza che produce
deformità, distrugge ciò su cui si opera, ma distrugge con ciò anche la qualità
dell'azione.
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Le virtù. Quindi la differenza tra il bene e il male è caratterizzata dal fatto che il male è distruttivo mentre il bene è produttivo. Allora la virtù è quell'arte, quell'abilità, attraverso cui in contesti vari si realizza il bene, per noi (e per gli altri). Quindi, le virtù sono diverse non perché cambi la potenza intrinseca, ma perché la potenza è applicata in ambiti diversi seguendo una abilità propria del soggetto. Essere virtuosi perciò vuol dire essere abili in quel contesto in cui ci si trova ad agire al fine di produrre bene, innanzitutto per la propria utilità. Tanto la pratica delle virtù, come il contenimento del vizio, ci sono indispensabili per vivere sempre meglio. Dal punto di vista teologico, tutto ciò Dio lo pretende dai credenti. E se è bene per Dio, lo è tanto più per l'uomo. |