Giancarlo Sacconi

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Fortezza

Possiamo interpretare la fortezza secondo due modelli fondamentali.

La capacità di saper affrontare il pericolo. Coraggio.

Affrontare il pericolo vuol dire che ci troviamo dinanzi a situazioni di incertezza.

Dobbiamo decidere se una cosa è da da fare o non è da fare.

Quando dobbiamo prendere una decisione circa un'impresa, e poi vediamo che ci sono molti problemi e difficoltà che ne mettono in pericolo il risultato, allora la tentazione di tirarci indietro è forte.
Allora abbiamo bisogno di una forza che dà al cuore, per usare un'immagine ebraica, quella resistenza e la spinta per andare oltre l'ostacolo.
In questo caso la fortezza tende a somigliare molto al CORAGGIO.
Bisogna sapersi lanciare, sapendo che si può anche perdere.

Ma quando il rischio è da correre, perché devo realizzare quella cosa importante, allora è necessario che io mi arrischi, che abbia la forza di sostenere il pericolo in cui mi posso venire a trovare.

Molte volte, in un'impresa economica ad esempio, o in qualsiasi altra dimensione ci si venga a trovare, ci si trova esposti e allora ci occorre una forza.

Ma attenzione. Il forte non è l’irresponsabile o l'avventuriero che getta il cuore oltre l’ostacolo ad ogni costo.

Il forte ha la conoscenza del pericolo e su questa base può misurare la sua fortezza.

Soltanto in relazione alle incognite noi possiamo calcolare la nostra potenza e il grado della nostra forza da poter estendere o meno. Molte volte ci si sente forti, ma si è sostanzialmente inconsapevoli, si è sostanzialmente irresponsabili, non si calcolano le conseguenze, quindi si agisce come se fossimo onnipotenti, e questa è una modalità di non conoscenza di sé.

Chi non ha carattere, e si lascia prendere dal momento, dall'istante, crede di essere forte e non lo è.
Quindi la FORZA è sostanzialmente una misura del rischio.

La capacità di sapere resistere al pericolo. Pazienza.

C'è un altro modo di essere forti, questo è molto più corrente, perché non è tanto una dimensione di rischio o di impresa, ma la capacità di reggere ad un attacco che viene da fuori.

 

 

Può essere una malattia, un evento che ci schiaccia e ci impedisce. Allora qui la forza, la fortezza deve avere la caratteristica non dell'aggredire, ma di sostenere quel peso.

Allora mentre nell'impresa la forza ha caratteristiche momentanee, è legata all'occasione, nel sostenere, quando si è colpiti da un male, la caratteristica della forza è al contrario una lunga durata nel tempo. Ogni giorno bisogna sostenere questa fatica.
In questo caso la forza tende a trascolorare in una altra virtù, che è appunto la PAZIENZA.
Non a caso da antica data si dice che la pazienza è dei forti, è la capacità di sapere sostenere la prova.
Fortezza è anche una dimensione di intelligenza circa la nostra potenza e quindi anche la capacità di sapersi ridimensionare.
Ci vuole forza spesse volte a rinunciare, ma un fatto è la rinuncia per paura, un fatto è la presa d'atto che la nostra quantità di potenza è quella che è, e quindi impegnare la nostra energia con sano realismo per cose possibili, e non consumarla e sprecarla verso impossibilità che distruggerebbero la nostra stessa personalità, la nostra stessa vita.

Quando si parla di fortezza e di coraggio si capisce bene come la virtù non è conformismo, la virtù è capacità di aprirsi al rischio.

Fortezza, Temperanza e, a seguire, Coraggio e Pazienza, mostrano come le virtù non sono separate nettamente, ma trascolorano l'una nell'altra.