Oltre l'umanesimo
L’uomo al centro dell’universo?
Una delle tematiche più discusse di tutti i tempi e che
ancora oggi continua ad essere oggetto di approfondimenti e
riflessioni è senza dubbio quella riguardante l’esistenza
umana.
Dobbiamo accettare il fatto che l'uomo non è il centro
dell'universo, non è moralmente superiore.
È un essere
che spesso si mostra tra i più crudeli che esistono nel
pianeta. L'unica specie conosciuta i cui appartenenti si
ammazzano tra di loro.
Ideologie umanistiche erano il nazionalsocialismo e lo
stalinismo: è con un'idea superiore dell'uomo che furono
commessi quei crimini.
L'intera natura, quella esterna, ma anche quella che
chiamiamo interna, il nostro corpo, come le nostre passioni
che sono natura, la nostra mente, non sono guidate da un
ordine provvidenziale.
Il mondo non è fatto per noi, l'uomo non è padrone, non è,
come lo definiva Francesco Bacone, il viceré dell’altissimo.
Il mondo non è costruito per fare favori a noi.
Quindi le piante crescono, il nostro corpo si sviluppa, ma
questo non ha niente a che fare con il volere della
provvidenza.
Sono dei meccanismi, delle strutture che non fatte per noi,
possiamo tuttavia utilizzare.
Per dirla con un grande scrittore e ammiratore di Darwin,
Howard Phillips Lovecraft: «Ciò che fa parte del nostro
universo non è ontologicamente orientato verso l'uomo
(sebbene le nostre impressioni sensibili ce lo possano
suggerire)».
L'ideologia umanista è stata l'epopea dell'umanesimo
italiano che ha permesso il formarsi di una cultura
moderna, scevra dai condizionamenti della
Scolastica, forgiando un uomo nuovo forza motrice del Rinascimento.
Ebbene, senza negare questo ruolo storico dei nostri
umanisti, dobbiamo andare oltre anche a quella straordinaria idea
levatrice di uno sviluppo culturale ineguagliato, che ci
affascina ancora oggi per tanti versi, ma che assegnava
all'uomo una superiorità sulla natura non dimostrata e non
giustificata.
Perciò, ferme restando tutte le altre conquiste degli
umanisti, dobbiamo richiamarci ai valori
della natura, di cui l’uomo resta, comunque, una espressione
significativa di una intelligenza superiore.
|
|
|