Nel “Discorso sul metodo” la preoccupazione di Cartesio è
la seguente:
"la consistenza delle mie credenze prima che io riesca a
trovare una chiave, la consistenza di ogni mia credenza non
è mai distinguibile in linea di principio dalla consistenza
dei sogni. Io non so mai se sogno o son desto. Non ho un
punto d'appoggio su cui basarmi per dire: ciò è vero o è
falso.”
Nelle “Meditazioni metafisiche”, la certezza delle credenze
è individuata nel “cogito”, un punto in cui viene a
concentrarsi, a contrarsi l'esistenza del “pensare “e
dell'”essere “. “Cogito ergo sum”. Ma come fa il “cogito” a
essere sicuro che quando pensa a sé stesso, si pensa con
certezza come esistente? Chi glielo dice? :Dio glielo dice!
e trattandosi di meditazioni metafisiche Dio non può non
essere il protagonista, ma un protagonista passivo. Dio è
strumentalizzato e trasformato nel principio di certezza. È
il punto d’appoggio ed è tutto quello che può fare.
Evidentemente qui Dio è diventato il trascendentale, da
trascendente che era.
È diventato la condizione universale delle possibilità del
pensare scientifico.
Questa è la nascita del soggetto moderno. L’individuo.
Cioè il cooptare tutta l'esistenza pensante in un punto che
si chiama “individuo”.
Un individuo attivo, che Cartesio chiama “res cogitans”.
E insieme ad esso un mondo trasformato in un’esistenza
passiva, ogni qualità spazzata via.
È la “res extensa”, completamente a disposizione della “res
cogitans”.
Come dice Cartesio: la “res extensa” è l’oggetto, la “res
cogitans” il soggetto.
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E il soggetto è tale solo quando si fonda sul metodo
scientifico, e perciò diviene padrone e proprietario della
natura.
Da quando il soggetto individuale dice”io”, da quel momento
in poi comincia la storia propriamente umana fatta su misura
per l'uomo perché è fatta dall'uomo.
Io sono io e il mondo è mio. Sono padrone di ogni cosa,
della natura, di me, del mio destino.
il soggetto vuole essere nel mondo come a casa propria. Non
vuole essere nel mondo come a casa di qualcun altro.
Il soggetto moderno è il soggetto del verbo pensare ed è il
soggetto del verbo fare e fa il mondo con la tecnica. La
tecnica che c'è sempre stata.
E allora, se
l'umanesimo italiano affermava che l'individuo è lo specchio
della natura, perché l'individuo è il microcosmo che
riassume in sé il macrocosmo,
l'uomo moderno, il razionalista moderno, al contrario sa che
la natura è lo specchio dell'individuo.
L'esatto contrario, appunto.
L'uomo moderno non è l'umanista, non è uomo rinascimentale,
semmai è l'uomo barocco, l'uomo melanconico, è l'uomo che sa
del vuoto originario e tuttavia non rinuncia a proiettare
sul mondo una maschera efficace, una persona che è la sua
immagine.
Il mondo deve essere a nostra immagine.
Non noi a immagine del mondo.
Un pensiero grandioso, una sfida con noi stessi di cui ci
sentiamo orgogliosi, l'uomo faustiano che non accetta alcun
metro di misura che lo preceda, l'uomo tecnico, esposto
certamente alla dismisura e perciò anche al rischio
intrinseco di costruire un mondo che non sia a misura d'uomo
e al rischio prometeico.
Questo è il soggetto moderno, l’individuo moderno, e
Cartesio ne è il teorico, il padre, l’artefice.
E poi fu Spinoza.
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