Il relativismo
Il relativismo non è affatto come molti dicono, un'ideologia
della mitezza, una sorta di giustificazione per una generica
indifferenza. Piuttosto, incarna il desiderio e il diritto di schierarsi ed eventualmente di combattere per le posizioni che più convincono. Il relativismo non è dunque di per sé né religioso né antireligioso, né scientista né antiscientista. È semplicemente desiderio di conoscere e di non cristallizzarsi mai. E questo mi sembra il modo migliore di garantire quella che noi sbrigativamente chiamiamo democrazia, una democrazia che si basa sul confronto (o anche conflitto) tra posizioni diverse. Scientismo è un termine dispregiativo con cui vengono bollate posizioni come quelle descritte in questa pagina, opinioni che sono definite anche demagogiche. Ma sono proprio i possessori di valori assoluti che, con evidente contraddizione, troviamo spesso in prima fila in queste critiche. |
La Chiesa batte con insistenza sul tema del relativismo,
quasi che il relativismo sia il nemico principale della
cristianità. Però il Papa sembra privilegiare non tanto
l’argomentazione raffinata, che gli appartiene, quanto
invece un discorso pseudo filosofico con un messaggio facile
diretto alla gente e tendente ad accomunare il relativismo a
superficialità, indifferenza e disinteresse nei confronti di
temi alti, e questo lo capiscono tutti. Ma forse per la
Chiesa è pericoloso svalutarlo così. Il relativismo così inteso non è il vero nemico della Chiesa, quanto invece il discorso filosofico sviluppato da Leopardi, da Nietzsche, da Gentile, e da tutta la cultura contemporanea non solo filosofica. Ormai anche il campo scientifico, si pensi all'evoluzionismo, al laicismo sostanziale delle scienze specializzate, i fisici, i biologi, tutti tendono a considerare aspetti particolari dell'esperienza e non intendono prendere in considerazione ciò che sta oltre l'esperienza. Invece il Dio eterno e creatore domina la totalità del tempo ed è presente ovunque, riempie tutto il futuro e tutto il passato e non lascia spazio per l'azione creativa dell'uomo, per l’agire dell'uomo. Questo sarebbe il punto da sondare piuttosto che criticare quell'ingenuità che è il relativismo proposto oggi ai fedeli. Dio non lascia spazio all'azione dell'uomo perché l'azione dell'uomo richiede che il futuro sia un “ancor niente”. E il passato sia un “ormai niente”. E invece il futuro, in quanto dominato da Dio, è un suddito di Dio, un suo esecutore e quindi non è un “ancor niente”, è un ascoltatore della legge, è un “essere”. Ecco perché l'essenza del pensiero filosofico del nostro tempo può accusare ogni ideologia di far diventare "essere" "il nulla". Il nulla del futuro e il nulla del passato. |