Giancarlo Sacconi

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Prudenza

La PRUDENZA è un atteggiamento del pensiero che riesce a individuare quello che si deve fare in un contesto variabile.
È la capacità di decidere il MEGLIO, in una circostanza data in cui mi trovo.
Spesso la prudenza è vista come il comportamento di chi se la prende con calma, in alcuni casi è confusa con la titubanza, con l'incapacità di prendere decisioni rapide.
Questo è un modello inadeguato di interpretare la prudenza.

La PRUDENZA è l’arte per eccellenza della Politica.
Catone si uccide per non cadere sotto la tirannide di Cesare.
Quindi quando Catone si uccide compie un atto politico.
La Prudenza è il giudizio sicuro che in un politico autentico (come Catone) può indurre anche alla morte.
La Prudenza può richiedere l’atto estremo perché in quel momento non c’è più nulla da fare
.

La prudenza intesa nella sua giusta rappresentazione è una virtù preziosa perché noi viviamo in un continuo stato di cambiamenti.
Non possiamo mai sapere prima in modo preciso che cosa accadrà dopo, ci troviamo di fronte ad emergenze, a volte del tutto inspiegabili.
Allora l’uomo prudente lungi dall'essere un ritardatario, è un anticipatore, uno che vuole indagare una circostanza che non si è mai prodotta prima, per dare la migliore risposta.
In questo senso la prudenza somiglia ad un’arte ed ha, comunque, una sua originalità.

Ma è legata soprattutto ad una costante osservazione dei casi e alla memoria che di questi casi riusciamo a mantenere, in altre parole all’esperienza maturata.
Perché è vero che un evento presenta sempre una sua particolarità, ma non nasce mai dal nulla.
Solo l’assolutamente improbabile è imprevedibile, ma allora siamo di fronte alla sventura.
Il prudente invece riesce a stabilire un collegamento tra passato e futuro.

Se frequento una persona e vedo più o meno come reagisce quando è in uno stato di depressione, quando è in uno stato di entusiasmo, la capacità di applicazione che ha nel lavoro, la capacità di rispettare gli impegni, oppure se non è sufficientemente affidabile, se è timida.
In base a queste conoscenze riuscirò a prevedere come quella persona si comporterà nelle varie situazioni.

Il navigante conosce i venti e sa come si muovono, qual è il loro ciclo, e allora nella tempesta non viene preso dal panico, ma più o meno riesce a poter immaginare il decorso della rotta dentro la mobilità del vento, se deve immediatamente abbassare le vele, come deve tenere il timone, tutte quelle soluzioni che l'esperienza in quanto navigante ha fatto maturare in lui.

È da questa serie di osservazioni che scaturisce la sapienza.
La memoria diventa una matrice della sapienza per il futuro.

La prudenza richiede la FORZA per essere messa in pratica. Se non abbiamo la forza di impegnarci così come il momento richiede, il fatto che noi con la prudenza riconosciamo quello che dobbiamo fare, non lo faremo mai se non avremo la fortezza e quindi la capacità di impegno e di rischio per attuare quello che abbiamo riconosciuto.

 
Ecco perché in genere l'imprudente è colui che dimentica, che non osserva e non memorizza i casi ed ha quindi un atteggiamento distratto nei confronti della realtà, che non gli permette di elaborare giudizi proporzionati dinanzi agli eventi mutevoli del mondo.