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Giancarlo Sacconi

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Solidarietà

Abbé Pierre
La solidarietà non è dare, ma agire contro le ingiustizie.


Nemmeno il Cristianesimo predica questo e quando Gesù dice "Perdonate ai vostri nemici" non intende dire che dobbiamo amare i nostri nemici, ma che dobbiamo perdonarli per amore di noi stessi, perchè l'odio è una brutta compagnia, e l'amore è più bello dell'odio.

E quando dice: "Va, vendi ciò che hai e dallo ai poveri" non è il pensiero dei poveri che lo preoccupa, ma l'anima del giovane che stava guastandosi con la ricchezza.

E infatti, "Ama il prossimo tuo come te stesso" ne è un po' la sintesi. Qui si dà per scontato che preminente è l'amore di noi stessi.

Gli altruisti sono incolori, mancano di individualità, quando non sono ipocriti (ma allora non sono altruisti).

Se qualcuno chiede aiuto bisogna agire come se non ci fosse nient'altro al mondo. Ma non si può vivere andando a cercare di aiutare chiunque.

I peggiori sostenitori della schiavitù sono coloro che trattano bene gli schiavi. Non ricordo dove l'ho letto, ma certo che in questo aforisma vi si ritrovano molte assonanze con certe posizioni sulla immigrazione.

La solidarietà internazionale per l'Africa.

Gli aiuti all'Africa sono una prova dell'inutilità dei contributi a fondo perduto. In pratica, quello che non si dovrebbe mai fare con le Aziende industriali o commerciali private e su cui tutti concordano, vale anche per gli Sati nazionali.
Negli ultimi 40 anni 300 miliardi di dollari cono stati convogliati in Africa (la quasi totalità a fondo perduto).
Nello stesso periodo il continente africano ha registrato una crescita media di meno dello 0,2% all'anno.
Quindi sembra evidente che questi aiuti non vengono impiegati nello sviluppo economico.

Cominciano ad essere molti gli africani a pensare che questa persistente povertà da cui sembra non si riesca a venire fuori, dipenda in gran parte dagli aiuti umanitari.

Non solo, ma è la principale causa della persistente paralisi economica dell'Africa. È tempo per gli Africani di assumere il pieno controllo della loro economia e del loro destino politico.

Perchè allora si continua a sostenere con grande evidenza la necessità di questi aiuti? Escludendo una mala fede che non sembra possibile, almeno a livello più generale, non rimane che puntare il dito di nuovo sulla moda culturale "dell'aiuto" affermatasi alla fine del secolo scorso, quale sostituto della ideologia marxista, che di buono aveva almeno, tra l'altro, il rifiuto dell'approccio caritatevole, tipico della cattolicità.

 

Il solidarismo terzomondista.

Questo solidarismo è diventato parte dell'industria dell'intrattenimento. Lo sfondo di mega eventi rock. La cultura della musica pop. Le star della Tv e del Cinema, le leggende del rock, fanno propaganda per gli aiuti.

I governi timorosi di perdere popolarità gli vanno dietro.

Alla fine gli aiuti sono diventati una merce culturale, un accessorio elegante da sfoggiare nelle serate di gala.

Così spinti gli aiuti continuano a produrre un incontrollato disastro politico, economico, umanitario per la maggior parte del mondo sottosviluppato.

Infatti questi aiuti non vengono mai impiegati per lo sviluppo ma finiscono per alimentare solo la corruzione delle classi dirigenti, ed oggi si scopre che ne usufruiscono anche i movimenti di liberazione, le bande di guerriglieri, le fazioni tribali alimentando le guerre civili che insanguinano il continente e affossano l'Africa.

I governi corrotti ostacolano lo sviluppo di libertà civili e impediscono la nascita di istituzioni trasparenti. Questo scoraggia gli investimenti nazionali e stranieri, così l'economia ristagna, non si crea lavoro, la povertà cresce o non si riduce.

L'esercito dei benefattori è cresciuto in modo impressionante:

  • 10.000 funzionari della Banca mondiale;

  • 5.000 dipendenti delle agenzie dell'Onu;

  • 25.000 Ong registrate.

  • 500mila impiegati

è la massa che compone nell'insieme l'industria della bontà.

 

Il commercio internazionale darebbe una vera boccata di ossigeno a chi in questi paesi produce ricchezza. Ma gli accordi del WTO slittano di continuo.