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Giancarlo Sacconi

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Un nuovo riformismo

Oggi tutti (o quasi) si dichiarano riformisti.
Ma quale diritto può nascere dal pragmatismo della quotidianità?
Si parla sempre di riformare tutto in modo quasi ossessivo, perché la legge in vigore non va più bene e quindi il diritto vigente è di fatto delegittimato.
Così si resta in attesa della nuova legge giusta.
E questa legge più giusta se arriva, arriva in tempi biblici, quando va bene, e nella gran parte dei casi non arriva perché i meccanismi sono farraginosi, ecc.. ecc..
Quindi le leggi in vigore non producono affezione perché messe continuamente in discussione.
Quelle nuove che vengono emanate, poi, non hanno durata né stabilità, perché rientrano in un processo continuo di una nuova riforma, messa in atto dal governo successivo, in un'attesa mai soddisfatta.

Sembra di essere di fronte ad un continuo costruire e distruggere.

Tutto ciò non risponde perciò ad una visione ideale, il fare eccessivo si nutre di altro fare.