Consorzi Export
Le contribuzioni ai diversi Consorzi Export
La promozione dell ' Export e l 'internazionalizzazione dell 'impresa.
Il mercato mondiale delle merci, delle tecnologie
produttive, e degli scambi, insieme a fattori di profonde
trasformazioni quali la nuova generazione dei mezzi
telematici e dei sistemi di trasporto e la realtà del
Mercato Unico europeo, cominciarono ad evidenziarsi ai
nostri occhi fin dall’inizio del mandato. Allora cominciammo a parlare di configurazione planetaria dei processi aziendali di marketing che, con l’accentuarsi del processo di assegnazione delle diverse fasi dell 'iter produttivo alle diverse aree geografiche, avrebbe fatto conseguire l 'ottimizzazione dei risultati, per ciascuna di quelle fasi. Sostenemmo perciò la necessità che i Consorzi export partecipati dalla Finanziaria, avviassero un processo di diversificazione e di ulteriore qualificazione della loro attività di promozione delle esportazioni, come strumenti dello sforzo che la Regione avrebbe dovuto compiere per incrementare le proprie quote di partecipazione all 'export nazionale. In Europa non si sarebbe parlato più di export in senso stretto, ma piuttosto di trasferimento di merci da produttori a consumatori, con quello che ciò avrebbe comportato anche in termini di riduzioni nella politica degli incentivi diretti alle imprese esportatrici con sede nei Paesi della Comunità che vendevano nell’ambito del Mercato Unico. Risultò inoltre inadeguato proporre iniziative di promozione delle vendite se non accompagnate da interventi di internazionalizzazione volti ad incrementare la competitività dei manufatti sulla scala della concorrenza internazionale. Queste ed altre valutazioni spinsero a definire nuove (per il nostro Paese, ma non per USA, Giappone e Germania) strategie per sviluppare l 'interscambio con l 'estero negli anni successivi. Le nuove sfide internazionali richiedevano ormai assistenza mirata alle imprese, innovazione e maggiore specializzazione dei progetti promozionali classici, servizi personalizzati di internazionalizzazione. I Consorzi export che già avevano cominciato a prepararsi in questa direzione, avevano bisogno di uno sforzo progettuale ulteriore, al quale non sarebbe mancato il nostro contributo, per la predisposizione di strumenti operativi orientati alla piccola e media impresa capaci di: |
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fornire con tempestività gli elementi per la migliore
conoscenza operativa dei mercati mondiali con prospettive di
sviluppo; * definire e proporre progetti di iniziative promozionali sintonizzate sulle esigenze di specifici gruppi di imprese; * creare le condizioni conoscitive e di assistenza per favorire joint-ventures di acquisizione di materie prime, di produzione, di commercializzazione, di know-how; * fornire, almeno ai comparti merceologici trainanti, indicazioni sui Paesi e sulle aree dove i costi erano migliori sia per gli approvvigionamenti delle materie prime che per la realizzazione di parti e componenti; * progettare iniziative specifiche di promozione commerciale, dove necessario, anche nella forma di “teste di ponte” all 'estero, attrezzate con mezzi telematici adeguati, iniziative da realizzare di concerto con altri soggetti istituzionali che già operavano a livello nazionale e internazionale (uffici ICE, Camere di Commercio Italiane all 'estero, Uffici Commerciali delle nostre Ambasciate); * programmare interventi formativi finalizzati a favorire nella classe imprenditoriale regionale, che più di altre aveva da sempre spinto fuori dei confini nazionali il suo raggio di azione, la crescita di consapevolezze e di atteggiamenti costruttivi e propositivi nei confronti dei nuovi e per altro inevitabili -pena l 'uscita dal mercato- impegni internazionali. Con queste finalità Sviluppumbria intese dare un forte impulso ai Consorzi Export partecipati affinché, d 'intesa con gli altri partners della Convenzione, si potesse concorrere a mettere in campo progetti ed iniziative comuni, alcune delle quali già sottoposte all 'esame del Consiglio di Amministrazione. Naturalmente, i Consorzi che avrebbero mostrato maggiore capacità di adeguamento alle nuove problematiche e che si sarebbero segnalati per originalità di proposta ed efficacia di risultati, avrebbero potuto contare su di un adeguato nostro sostegno. Questa linea di comportamento di privilegiare il sostegno a consorzi di imprenditori o alla cooperazione, piuttosto che interventi finanziari a pioggia in singole unità produttive, ci ha consentito di ottenere la collaborazione anche delle categorie imprenditoriali, attraverso la quale meglio poter resistere alle forti pressioni esercitate dai singoli per il mantenimento dello status quo, che specie all’inizio non mancarono. |