Luoghi comuni
La politica si è infarcita di luoghi comuni in maniera
inversamente proporzionale all'impoverimento culturale e ideale che
la caratterizza dalla caduta del muro
di Berlino.
Così, termini di grande richiamo ideale e perciò
qualificanti, sono stati assunti a sostegno di pomposi annunci, e
ripetuti con una tale monotonia, quando non a sproposito, da perdere
ogni valore in sé.
È un po' quello che era accaduto nel primo
dopoguerra quando il termine "patria", dopo l'uso che ne aveva fatto
il fascismo, si era talmente logorato da essere bandito totalmente.
Ci è voluta la pervicacia del Presidente Ciampi, se vogliamo anche
contraddittorio con il suo parallelo impegno per la costruzione di
un 'Europa politica, per ridargli un po'
di smalto, dopo 50
anni.
I luoghi comuni sono la spia di un conformismo strisciante a cui
sembrano cedere perfino le nostre società aperte, libere e
democratiche. I luoghi comuni sembrano banali, ma restano comunque
deleteri: tutti dicono che stiamo fisicamente peggio, che il mondo
va decadendo, o che addirittura finirà presto. Le idee precostituite
sono una autolimitazione della libertà.
Quante coppie si sono
rovinate in base all'idea di una falsa uguaglianza, al principio che
bisognava prima affermare certi valori e poi viverli, che il privato
fosse pubblico, ecc..
Quello che segue è una sorta di divertissement con brevi commenti delle espressioni che sembrano essere le più banali.
Valori condivisi È un’espressione ambigua e ingannevole con cui da un lato,
si afferma un principio assoluto, e, dall'altro, si
costruisce tale principio su una certa quantità di consenso.
Informazione di regime È l'accusa che
i giornali orientati a sinistra e al centro-sinistra
rivolgono ai giornali orientati al centro-destra, |
Sedersi intorno a un Tavolo. Quando non si hanno idee per offrire soluzioni, non si trova di meglio che sperare in un supporto esterno. Ma cosa c'è da aspettarsi dalla riunione di un gruppo di teste che si proclamano vuote a priori? Forse la condivisione del senso di impotenza? Fatto si è che i tavoli non risolvono mai i problemi.
Solidarietà Anche la solidarietà ha subito un processo di depauperamento di significato, in quanto richiamata sempre più spesso a sostegno di politiche a volte addirittura opposte. Tutti parlano di solidarietà a destra e a sinistra e sempre più spesso per coprire deficienze d intervento, anche quando queste sarebbero giustificate da cause di forza maggiore, come la grande crisi internazionale del 2008.
Complessità. Un modo elegante per non dover confessare che si è fatto bancarotta nella spiegazione.
Il "sociale" Dire niente con enfasi.
Il pensiero "condiviso" All'interno del pensiero condiviso ci sono varie componenti, una delle quali a cui si ricorre con troppa frequenza è il capro espiatorio. L'uomo è scontento e forse è inutile chiedersi perché lo sia; ma la colpa deve pur essere di qualcuno: qualche infedele, qualche eretico, qualche nemico di classe, qualche nemico politico. È un escamotage che sembra funzionare: anziché guardare in faccia la realtà ci si limita a indicare il villain di turno, un cattivo, o un cattivissimo sul quale scaricare tutte le colpe, meglio poi se è rappresentato da un collettivo! Non un solo eretico, ma molti. Non un solo ribelle, ma un intero popolo di sovversivi ecc.
Cabina di regia. |