Al lavoro
L'Alfa |
Nello Fagotti lo ricordo come un uomo
dotato di un'innata generosità. Quando lo si incontrava,
assicurava una naturale protezione grazie ad un sorriso
benevolo che non gli mancava mai.
Era nato il 26 marzo 1910, figlio di Antonio e Amalia
Vantaggi. Già a 14 anni aveva cominciato a frequentare i
cantieri dell’azienda edile stradale del padre.
Non ancora ventenne,
si lasciò sedurre dal giovanile
spirito di avventura, ma non solo, arruolandosi volontario nella guerra
d'Africa, da cui fu congedato nel 1931.
Cinque anni più tardi ripartì volontario per la guerra
civile spagnola in cui rimase ferito e dato per disperso. La
notizia arrivò nel 1937 insieme ad alcuni
suoi effetti personali, spediti in un pacchetto postale.
Ma il padre Antonio, uomo di tempra non comune, non volle perdere la
speranza e si mise in viaggio verso la Spagna per cercare
notizie
del figlio disperso. Tanta forza fu compensata nel migliore
dei modi, perché dopo un’ostinata ricerca, si può immaginare
in quali condizioni, in piena guerra civile, Nello fu
rintracciato, ferito gravemente ricoverato in uno sperduto
ospedale delle campagne spagnole. Un proiettile di carro
armato lo aveva colpito alla natica destra.
Fu questa la sua ultima avventura militare. Non partecipò
alla seconda guerra mondiale .
Agli inizi degli anni '50 fondò una propria azienda che ebbe
un notevole successo. Operava nel settore edile e stradale, e
realizzò importanti opere per committenti pubblici (Genio
Civile e Anas) ed Enti locali umbri, estendendo l'attività,
dopo il 1960, anche a Toscana e Lazio. Andava particolarmente
orgoglioso di avere contribuito allo sviluppo del suo paese,
Petrignano, con la costruzione di tutte le strade che lo
collegano al territorio circostante. La costruzione dello Stadio degli Olivi di ASSISI
negli anni '63 '64 era il suo fiore all'occhiello.
Poi diversificò la propria attività acquisendo la
Concessionaria di automobili Alfa Romeo e Renault per la provincia
di Perugia, un'attività lasciata nel 1975.
A Petrignano aveva costruito, nel frattempo, una bella
villa sui
terreni della fornace Briziarelli.
Il mio ricordo non è legato soltanto alla brillante figura
di uomo e imprenditore, ma si ricollega ad un evento
giovanile decisivo per la mia formazione e per la futura attività lavorativa: l'avventura
alla Stipel di Milano. Nelle mie
intenzione quello sarebbe stato un addio definitivo al paese. E quale
non fu la mia sorpresa nel vedermi recapitare a casa, da
parte sua, una valigia in pelle. Allora una famiglia media
come la nostra poteva permettersi una valigia in fibra. Il
significato e l'augurio erano chiarissimi. E non lo ho mai
dimenticato.
|
Con la moglie Onesta
Con la sua vettura |