I Presocratici
I presocratici si interessavano della natura circostante.
Con Socrate l'uomo viene assunto come elemento centrale della speculazione. Conosci te stesso, diceva Socrate, proprio indicando la superiorità della conoscenza dell'uomo stesso rispetto alla conoscenza della natura tralasciando lo studio di come sia nato l'universo, argomento di cui si erano occupati tutti i presocratici.
Un rallentamento della ricerca sull'uomo si ebbe nel periodo
della Filosofia cristiana, nel Medioevo, quando i maggiori pensatori
erano in realtà teologi. In quel periodo, infatti, da una visione
antropocentrica si andò ad una concezione teocentrica dell'universo.
I maggiori problemi filosofici del tempo riguardavano la sfera
religiosa e le differenti concezioni della divinità e del rapporto
della conoscenza umana con essa.
La ripresa di una visione antropocentrica della realtà si ebbe con
l'Umanesimo e quindi con la Rivoluzione copernicana. Questa
rivoluzione, per quanto spostasse spazialmente l'uomo dal centro
dell'universo alla sua periferia, sul piano morale esaltava l'uomo,
innalzandolo ai più alti livelli di nobiltà. Il geocentrismo
abbassava la condizione morale dell'uomo in quanto quest'ultimo,
essendo il centro dell'universo, doveva avere tutte le cose più
semplici. Ora, invece, essendo posto alla periferia dell'Universo
sconfinato, deve conquistare con fatica le sue scoperte, i suoi
risultati. Nel sistema geocentrico, la Terra era vista come il
centro del male, e ne derivava una concezione diabolocentrica del
nostro pianeta. L'uomo, quindi, non era più al centro dell'universo
fisico, ma era al centro dell'universo morale, unico essere
intelligente nell'universo, che nonostante la sua esistenza alla
periferia dell'universo riesce a compiere atti estremamente nobili.
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