Giancarlo Sacconi

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Le poesie di Raffello Setteposte

Primavera
Una pennellata di verde
sulla cima dei pioppi.
Primule e viole tra i cespugli
nei boschi
voli di rondine
nell'azzurro del cielo
ed é primavera.
  Estate
Un oceano d'azzurro
nel cielo
un mare giallo nel piano
e tanto tanto sole.
Verso l'inverno
Addio estate!
Cadono le prime piogge.
S'accendono i colori nei boschi.
Cadono le prime foglie gialle.
Che nostalgia, l'estate é già passata
che stretta al cuore!
Inverno
Ora tra i rami scheletriti
dei pioppi
più non mormora il vento:
Sibila.


Il sipario
Dietro il sipario degli anni
beffarda ti spia la morte
mentre continua l'affanno
d'ogni giorno che passa.
  Verso l'approdo
Dopo il duro lavoro del giorno
é già sera
ora nella mia testa
martella incessante
un pensiero
Quando
Come
Dove.
Pensionato
Ora i traguardi terreni
sono tutti raggiunti
rimane il traguardo finale
il più impegnativo
la morte.
22/2/83
The end
Che bello sarebbe andare
velocemente
presentandosi vivi
dinanzi alla grande falce
con nel cuore
i sogni colorati della giovinezza
e non vedere venirti
incontro
sghignazzando la morte.

         
I miei occhi
Troppi occhi hanno guardato i miei
per una parola di speranza
Troppi occhi hanno fissato i miei
in un silenzioso ultimo addio
Ora sono i miei occhi che guardano lontano
oltre l'azzurro sterminato dei cieli
un'abbagliante luce
verso la quale mi condurrà
sorella morte.

  Tu non mi freghi
Se profeticamente mi dicessero:
"Domani crepi "
ma ciò non avverrà
e ritorni indietro
a fare esattamente
ciò che hai fatto
alto leverei il grido
di Cambronne
col gesto perentorio
del braccio semiflesso.
Morire insieme
Che bello sarebbe
andare insieme
mano nella mano
uniti come nella vita
verso il punto luminoso
dal quale venimmo.
Nessuno rimarrebbe
a morire di lenta solitudine
e a tormentarsi
di inutili ricordi.
Che bello sarebbe,
ma i sogni
rimangono sogni.
Nudi
Ti rivedo mamma
quando in punta di piedi
all'alba delle afose notti d'estate
entravi nella nostra stanza
per chiudere le imposte
e coprire le nostre nudità
di adoloscenti.
Ora alla fine
della lunga strada
quando nudi saremo
a Dio dinnanzi
torna a coprirci
misericordiosamente.
22/7/83
Preghiera
O Dio che stai nell'alto dei cieli
e vedi tutto
e sai tutto
quando chiamerai a te
questo povero medico
che tante miserie ha visto
e tanto perciò ha sofferto
fallo velocemente
concedigli solo un attimo
perché possa gridarti perdono
per quanto ha fatto
e non ha fatto.
Dietro di te
misericordia infinita
siano ad accoglierlo a braccia tese
i suoi cari
insieme ai suoi pazienti
ai quali donò
gli anni migliori della sua vita.
  Racconta Nonno
Raccoglievamo pigne per il fuoco
rastrellavamo l'erba già falciata
cercavamo lumache sui muri
acchiappavamo maggiolini sulle rose
e poi stanchi sedevamo sulle scale di casa
io per fumare una sigaretta
tu per consumare la merenda
e intanto mi pregavi
"Racconta Nonno"
Così inventavo storie di grilli
cicale, formiche e di lumache
con gran finale di balli e di allegria
e mentre tu mi riempivi la testa
di perché e di Racconta Nonno
pensavo alla gioia che tu mi davi
in quegli attimi
che non sarebbero mai più tornati.
Ottobre '85

L'ultima borsa
Me la regalaste voi
figlie mie,
affinché la fatica
di questi ultimi anni
fosse più lieve
e il travaglio
dinanzi al malato
meno duro.
L'ultima di tante
che le mie braccia
hanno portato
per le tante case
per le tante scale
oh quante!!
Il tempo è volato,
i capelli son grigi,
voi donne mature
e per me non lontana
la stazione d'arrivo.

Il campanello
Qualche volta
suona ancora nella notte
insistente
indiscreto
scocciante
ma non lo ascolto.
Quando dormivo
come fa la lepre
troppe volte
ha squillato
troppe volte l'alba
mi ha raggiunto nelle case
o per le strade.
Ora non lo ascolto più.
gennaio 1984

Per non morire
Per non cadere
a terra
e infradiciarsi
s'é aggrappata
ad una tela di ragno
la foglia d'edera
ingiallita.
Il vento
la scuote
la sbatte
la fa turbinare
vuole che cada
nel fango
e si annulli.
Così nella vita
ti attacchi ad un filo
per non tornare
alla terra
per non morire.

  Piove
Questa pioggia d'autunno
cade insistente
fredda
noiosa
penetrante.
Deposita nel cuore
montagne di tristezza
nel cervello
cupi pensieri di morte.
Ma non c'é tempo
per fermarsi
a pensare;
velocemente
come il fiume
che ti circonda
devi correre.

Nulla si distrugge
Sull'albero
c'é rimasta
una foglia
una sola!
Avvizzita
Gialla
Tremula
ad ogni spirar
di vento.
Presto
a terra
raggiungerà
le altre
marcendo.
Darà
così vigore
all'albero
che tornerà
a fiorire
in primavera.

Monte Tezio
Guardando la tua mole
ricordo gli anni di gioventù.
Dal terrazzo di casa
ormai deserta
scrutavamo i tramonti
dietro la tua gobba.
Che pena, quando il sole
calava verso Perugia.
Finivan le vacanze.
Ci attendeva il collegio.
Così per molti anni.
Poi un giorno ognuno
il suo fagotto
ognuno al suo destino.
Là nella vuota casa
rimasero due vecchi soli
ad attendere i nostri
fuggitivi ritorni.


Per ingannare l'attesa
Nel cimitero del piccolo paese
dove verrò tra breve
starò vicino a te,
dottor Antonio.

Allora nella lunga attesa
discorreremo della nostra vita
di medici condotti.

Ricorderemo le lunghe cavalcate
a dorso di mulo o di somaro
di notte e di giorno
con la neve o il gelo
per sentieri scoscesi di montagna
ai più sperduti casolari.

Ricorderemo insieme:
il vagito dei bimbi
che aiutammo a nascere,
gli occhi velati e stanchi
dei morituri,
le bugie perché più lieve
fosse la morte,
le inutili parole di conforto
a chi restava,
la serenità della morte
del povero e del semplice,
le tante scale salite,
i mille e mille volti veduti.

Questo ci racconteremo,
con il rammarico struggente
di non aver dato
ai nostri figli
alle nostre spose,
finché non venga l'alleluia dei morti,
un briciolo di tempo.