I Valori
I VALORI I valori, di cui si parla quotidianamente, nessuno si
azzarda a declinarli, perché ci si accorgerebbe della
debolezza del concetto in sé. |
TRASFORMISMO
Un corollario di questo pragmatismo imperante è il
trasformismo.
La tirannia dei valori.
Ogni valore una volta che ha acquistato potere su una
persona, tende a divenire tiranno esclusivo, anche a spese
di altri valori e persino nei confronti di quelli che non
gli sono diametralmente opposti. Purtroppo i valori sono cose sulle quali non si discute, o non si discute più.
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Valori e Ideologie Le ideologie appartengono alla storia, ma per il loro superamento definitivo la traversata si rivela più lunga di quanto affermato a gran voce un po’ da tutti.
Il ribaltamento determinato dalla caduta del muro, con il nazifascismo già spazzato via dalle guerra, ha lasciato tutti i protagonisti di stagioni ormai superate alle prese con le loro nostalgie di un passato irripetibile. Quello che doveva essere un naturale passaggio di testimone tra generazioni è stato spazzato via dalla vicenda giudiziaria dei primi anni ’90. Così gli epigoni del comunismo e del fascismo, le due grandi ideologie del XX secolo condannate dalla storia, hanno cercato di riciclarsi rinnegando il loro passato, favoriti da una classe imprenditoriale adatta per tutte le stagioni, con l’unica eccezione che ha interrotto l’innaturale disegno egemonico abbozzato dall’alleanza progressista del ’94. Grazie a Berlusconi infatti questo non si è verificato.
Nella Germania del dopoguerra la Giurisprudenza della Corte Costituzionale fa riferimento a “ideali” concepiti come “valori” quali Pace, Libertà, Giustizia, Tolleranza, Lavoro, Benessere, Solidarietà e via dicendo”. Tutto ciò assomiglia tanto ad un tabernacolo dei valori davanti ai quali non si scherza e non si sbadiglia.Purtroppo i valori sono cose sulle quali non si discute, o non si discute più. È in atto nel nostro paese, ma anche in altri, un revival di posizioni neo fondamentaliste, e non solo in campo religioso. Più in generale sussiste un conflitto ineliminabile tra la libertà e i valori. Se si prendono questi ultimi sul serio, si finisce sempre col restringere la libertà.
Il concetto di valore nasce con l’economia: tutte le cose hanno un valore, il valore di scambio. Ma già Kant affermava che le cose hanno un valore relativo, mentre l’uomo non rientra in queste categorie, perché si può parlare della persona solo in termini di dignità e non di valore.
Post-ideologici con in tasca i valori. Quando il valore fuoriesce dall’economia e viene applicato al campo etico, politico, e giuridico, la sua attuazione sottintende la distruzione di altri valori non coincidenti. Ogni valore, infatti, implica un disvalore. E il valore una volta dichiarato rimane lì in attesa di essere attuato, esige che tutto quello che è in contrasto con esso, cioè il disvalore, venga soppresso. Il solo fatto di proclamarlo significa che si è determinati ad applicarlo anche con la forza. Infatti i valori, come il diritto, restano lettera morta senza una capacità di coercizione, e allora proclamare a mani nude dei valori non significa niente, perché per attuare una qualche cosa bisogna imporla, e l’imposizione richiede la forza. Dichiararsi post-ideologici facendo un elenco di valori significa esacerbare il conflitto ideologico, insito nel richiamo ai valori.
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Max Weber I valori, secondo Max Weber, rientrano invece nell’ambito della soggettività, sono scelte individuali e decisioni private. Non valori assoluti, dunque, ma valori relativi che riguardano “solo me”, il che implica il massimo rispetto per le scelte altrui. La logica dei valori assoluti determina solo conflitti, perché il loro carattere di esclusività mina alla radice ogni possibile confronto, cristallizzandolo in opposizioni morali, intransigenti, non negoziabili: chi aderisce a valori opposti, rispetto a quelli ritenuti corretti, è considerato nemico, e merita solo di essere combattuto o annientato.
Un individuo, un gruppo, un’etnia, se armati di valori, diventano pericolosi. Il fanatismo e il terrore sono gli sbocchi naturali. Non esistono valori assoluti. Chi ha creduto nei valori assoluti e ha voluto applicarli ha portato solo catastrofi all’umanità: il riferimento al secolo scorso è d’obbligo, e, anche se in ottica diversa, non possiamo dimenticare gli anni bui dell’inquisizione. Bisogna disinnescare la spirale dei valori e rinunciare a una sovradeterminazione morale dell’agire politico. È un errore reintrodurre i valori - cioè la morale - nel diritto e nella politica. Se la politica è l’arte del possibile ne consegue che i politici devono essere culturalmente preparati a confrontare e modificare le proprie convinzioni con quelle di altri portatori di convinzioni differenti, anche nell’ambito dei medesimi schieramenti. Ecco perché chi proclama un valore dovrebbe aggiungere sempre quella postilla “secondo me”. Perché i valori non sono ciò che unisce, come vorrebbe la retorica politica, o II collante di una società, capace di tenerne insieme l'identità. Ma chi afferma che il fatto di proporre dei valori non significa farli valere con la forza, ma semplicemente di perseguirli come obiettivi e di cercarne la condivisione, è in errore o in mala fede. Questa di condividere valori è la contraddizione massima di coloro che si dichiarano democratici, perché da un lato, si afferma un principio assoluto, e, dall'altro, si costruisce tale principio su una certa quantità di consenso. I valori, considerati come assolute oggettività, non hanno bisogno di condivisione. Valgono perché valgono. Se hanno bisogno di consenso, significa che li vuole una certa maggioranza, quella che poi li condividerà. Quindi è la quantità a definire l’assolutezza. Muta la maggioranza che li ha votati, mutano i valori. Allora i valori condivisi sono i valori dei più, non sono i valori dei meno. Perciò i meno non hanno valori! Eppure nessuno sembra poter fare a meno dei valori, perché forse ci danno l’illusione di un orientamento morale, e anche perché in molti casi servono a chi li declina per posizionarsi nella guerra di tutti contro tutti. Il risultato sembra essere quello di una svalutazione complessiva dei valori, dato che forte è l'impressione che chi fa questi proclami stia mentendo. |